Intorno alla cattedrale di S.Antioco M. rinnovata dai monaci di San Vittore di Marsiglia nel 1102, fu costruito un rettangolo di fabbricati costituenti il monastero, i magazzini e la sede vescovile di Sulci perchè l'antica diocesi risplendesse nella memoria del suo Santo venerato venerato nell'intera Sardegna, amato dalla giudicessa Benedetta di Lacon Massa nel 1226 che confermò ad Egli la donazione dell'isola.
La venerazione verso S.Antioco fu il motivo aggregante di migliaia di pellegrini e devoti che non abbandonarono mai l'isola di Sant'Antioco, anzi, così la denominarono dopo essere stata conosciuta per secoli, Palma de Sols.
Spopolata alla fine del'300 dopo le sanguinose guerre tra gli Arborea ed i catalano-aragonesi le abitazioni furono abbandonate e diroccate ma le feste annuali, molto partecipate e occasione di scambi commerciali di prodotti di tutti i tipi, si rintracciano nei documenti catalani già nel XIV secolo.

Le grandi celebrazioni del 1500 raccontate in importanti documenti ed il rinvenimento delle reliquie del Martire Antioco il 18 Marzo 1615, diedero un grande entusiasmo alle persone che già dimoravano nel periodo della festa.
I maggiorenti del tempo cominciarono a costruire le case sui ruderi del vecchio centro monastico, creando così il primo nucleo del paese moderno.
La devozione di Luis Gualbes feudatario di Villamassargia è nota e documentata sin dal ritrovamento delle reliquie, evento a cui presenziò, tanto che volle portare in spalla la cassa con le ossa del venerabile Santo, per l'ingresso trionfante a Iglesias.

Probabilmente, come molti che ebbero la concessione di terre, grotte ed aree a partire dal 1620, anch'egli volle risiedere vicino alla chiesa di S.Antioco nel periodo della festa.
Infatti i possessi di Gualbes nel frattempo nominato Marchese di Palmas, sono attestati nel 1636 quando il 4 luglio si recarono nell'isola alcuni maggiorenti che avevano avuto l'autorizzazione a scavare in alcune grotte sia per fare un sopralluogo sulla scorta delle licenze rilasciate dalle autorità regie spagnole per la ricerca di tesori due giorni dopo, per la ricerca da parte del Vicario del vescovato, del coprpo di S.Rosa nella chiesa di "S.Antioco di Sulci". Il 4 luglio, come detto, venne indagata una sepoltura trovata " aun costat de dita Yglesia a ma esquerra, cara a la gruta haunt se troba lo corp del glorios Santo Antiogo, vint passes poh mes o manco de la porta hica que entra en dita Yglesia que sta cara de las casas delyllustre Marques de Palmas.." (Ad un lato di detta chiesa, dalla parte sinistra, davanti la grotta dove si trova il corpo del glorioso S.Antioco, a venti passi circa dalla porta piccola per entrare nella detta Chiesa, di fronte alle case dell'illustre Marchese di Palmas).

 

Le case della piazza De Gasperi che affrontano il lato mancino della chiesa di S.Antioco furono riunite in un palazzotto signorile avente magazzini e botteghe al piano terreno, dotate di archi al piano terreno alternati a porte con scale per il raagiungimento del piano superiore. Nel 1865 gli amministratori del paese volevano comprare questo palazzo per farlo diventare il municipio del paese, non avendo ancora una sede di proprietà pubblica.
Il palazzo fu costruito da un possidente Giovanni Biggio che deteneva l'appalto dei dazi di riscossione sulle vendite del vino, acquavite e carne, che costituivano l'unica entrata per le casse pubbliche, dazio accordato dai feudatari dell'isola di
Sant'Antioco nel 1810, la Sacra Religione dei Santi Maurizio e Lazzaro.

Nel 1866 il comune ereditò il magazzino del Monte Granatico per via dello scioglimento della detta istituzione di soccorso e rinunciò all'acquisto.
La casa venne acquistata da altri privati e adibita ad abitazione e attività commerciali. Oggi la Tavernetta Ipogeo riprende l'atmosfera incantata dei luoghi della devozione e della fede, illuminati dalle fiaccole e dalle lampade ad olio, dei numerosi bivacchi di pellegrini stretti attorno al loro Santo, nella magia di un luogo sicuro e nella convivialità di un pasto in compagnia, allegro e sereno al termine del lungo pellegrinaggio verso il centro della spiritualità della Sardegna.

Fonte Archivio Storico. Ricerca a cura di Walter Massidda